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Via dei dalmati: a quando i lavori?

Una situazione di pericolo e di degrado che dura ormai da anni

 

 

Chissà cosa c’è scritto sul taccuino dei responsabili dell’Assessorato all’Urbani- stica del Comune di Roma per quanto riguarda la data fissata per i lavori in via dei Dalmati. Probabilmente nulla, nulla di nulla, perché non è altrimenti spiegabile che una situazione di disagio e pericolo per i cittadini venga lasciata a se stessa per anni.

Tutti gli abitanti di San Lorenzo conoscono bene qual è

 

 

lo stato della via in questione: un immobile parzialmente crollato (quello, per intenderci, che dovrebbe essere destinato a museo della memoria storica) e un altro “messo in sicurezza” per pericolo di crolli. Risultato: transito precluso alle autovetture e disagio non indifferente per i titolari degli esercizi commerciali ivi collocati.

Ma quello che c’è di incredibile è che questa sistemazione, che presenta tutti i caratteri della provvisorietà e dell’emergenza, perdura immutata da anni e a tutt’oggi non si coglie alcun segnale di novità.

A questo punto una domanda sorge spontanea: se il pericolo di crollo riguarda lo stabile, che protezione riserva ai residenti e ai cittadini che in questa via transitano le semplici impalcature metalliche? Nessuna, è evidente, proprio nessuna. Ma vogliamo sperare che l’incoscienza delle pubbliche autorità non si sia spinta al punto da lasciare in pericolo di vita per anni alcune decine di cittadini, per cui preferiamo credere che si tratti solo di problemi di caduta di pezzi di cornicione et similia.

Ma se così è, ci vogliono anni per ristrutturare la facciata di un palazzo? E, parallelamente, perché lasciare a tempo indeterminato le rovine prodotte dal crollo dell’edificio antistante (che, tra l’altro, è divenuto luogo di pseudo-asilo per parecchi senzatetto)?

Insomma, vogliamo che si intervenga e che lo si faccia presto. Siamo stanchi dell’inerzia colpevole che si ripercuote sulla vita dei cittadini, fino a metterne in pericolo l’incolumità stessa. Per questo chiediamo subito un confronto con i cittadini, in primis quelli residenti nella via in questione.

I rinvii alle calende greche non li tolleriamo più.



 

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