lo stato della via in questione: un immobile parzialmente
crollato (quello, per intenderci, che dovrebbe essere destinato a museo della
memoria storica) e un altro “messo in sicurezza” per pericolo di crolli.
Risultato: transito precluso alle autovetture e disagio non indifferente per i
titolari degli esercizi commerciali ivi collocati.
Ma quello che c’è di incredibile
è che questa sistemazione, che presenta tutti i caratteri della provvisorietà e
dell’emergenza, perdura immutata da anni e a tutt’oggi non si coglie alcun
segnale di novità.
A questo punto una domanda sorge
spontanea: se il pericolo di crollo riguarda lo stabile, che protezione riserva
ai residenti e ai cittadini che in questa via transitano le semplici impalcature
metalliche? Nessuna, è evidente, proprio nessuna. Ma vogliamo
sperare che l’incoscienza delle pubbliche autorità non si sia spinta al punto
da lasciare in pericolo di vita per anni alcune decine di cittadini, per cui
preferiamo credere che si tratti solo di problemi di caduta di pezzi di
cornicione et similia.
Ma se così è, ci vogliono anni
per ristrutturare la facciata di un palazzo? E, parallelamente, perché lasciare
a tempo indeterminato le rovine prodotte dal crollo dell’edificio antistante
(che, tra l’altro, è divenuto luogo di pseudo-asilo per parecchi senzatetto)?
Insomma, vogliamo che si
intervenga e che lo si faccia presto. Siamo stanchi dell’inerzia colpevole che
si ripercuote sulla vita dei cittadini, fino a metterne in pericolo
l’incolumità stessa. Per questo chiediamo subito un confronto con i cittadini, in primis quelli residenti nella via in
questione.
I rinvii alle calende greche non
li tolleriamo più.
|